sindrome-Osgood-Schlatter-giovani

Sindrome di Osgood-Schlatter: dietro questo nome difficilmente pronunciabile si nasconde una patologia altrettanto antipatica che interessa soprattutto sportivi adolescenti. Cerchiamo di capire di che si tratta: magari ne hai sentito parlare e il nome ti ha confuso.

Come sappiamo, nei ragazzi in età pre-adolescenziale e adolescenziale le estremità ossee non sono ancora del tutto calcificate. Gli equilibri sono perciò molto precari: è facile che un sovraccarico del tendine rotuleo (e quindi del muscolo quadricipite) porti al distacco di una porzione di osso della tibia – la tuberosità tibiale anteriore – subito al di sotto della rotula. Il che si traduce in gonfiore e soprattutto in un forte dolore in questa zona.

Nella fase di sviluppo, le nostre cartilagini sono più fragili: sono infatti dette “di accrescimento”, in quanto permettono all’osso di allungarsi durante la crescita. Se non ci sono sovraccarichi, il rapporto tra forza espressa e forza dell’osso dovrebbero essere commisurato: per questo abbiamo parlato di equilibrio tra forze. Diversamente, subentra la sindrome di Osgood-Schlatter. Dolore e gonfiore si manifestano in particolare nei punti di inserzione i quali, agendo come leve ossee, sono quelli più sollecitati dalle contrazioni muscolari.

A questo punto sarà chiaro che le cause dello squilibrio possono essere dovute tanto a un osso ancora troppo debole quanto a un eccesso di stress meccanico per durata e intensità. È quest’ultimo il caso più diffuso: pensa a un allenamento sportivo piuttosto lungo, non accompagnato da stretching adeguato. Ed è soprattutto in questi casi che il muscolo, sempre più rigido, allenamento dopo allenamento, finisce con lo staccare la protuberanza tibiale su cui è inserito.

Che fare?
Sicuramente saprai che il dolore peggiora con il correre o proseguire di qualsiasi attività fisica, o addirittura salendo le scale. Perciò durante la fase acuta della Osgood-Schlatter è importante sospendere ogni attività fisica. In aggiunta è necessario seguire un protocollo di crioterapia opportunamente stilato. Abbinato, ovviamente, all’applicazione locale di gel antiinfiammatori naturali.
Nel caso in cui il dolore persistesse anche dopo la fase acuta, è necessario recarsi presso uno studio fisioterapico. Una volta accertata la causa  primaria dei dolori, verrà svolta una riabilitazione basata sulla terapia manuale e posturale.

Niente paura, dunque: l’attività sportiva dei nostri giovani atleti è fuori pericolo, a patto di intervenire per tempo e fare in modo che i ragazzi siano seguiti nel ritorno in campo. Che sarà ovviamente graduale e monitorato con costanza. Per saperne di più, contattaci oppure dai un’occhiata alla sezione Riabilitazione sportiva di FisioMediGroup.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *